Analizziamo il terzo dei cinque sistemi per valutare una farmacia
Il moltiplicatore del fatturato
SIAMO ORA ARRIVATI AL TERZO METODO -DOPO QUELLO DELLA PIANTA ORGANICA E DEL MOLTIPLICATORE DELL’EBITDA- DA UTILIZZARE PER DEFINIRE QUANTO VALE UNA FARMACIA, SIA DA VENDERE, SIA DA ACQUISTARE. I SUOI PRO E CONTRO, SEMPRE COMUNQUE DA UTILIZZARE INSIEME CON GLI ALTRI.
di Matteo Oberti
“TRE FUNERALI, UN MATRIMONIO E UN BATTESIMO”. Non ho sbagliato il titolo del film che ha fatto conoscere al grande pubblico Hugh Grant, bensì questo è stato il mio programma degli ultimi mesi… Perché ve lo racconto? Perché non essendo incline ai segreti, ma piuttosto un “libro aperto” con il mio interlocutore di turno (che fosse cliente, amico o collaboratore non importava) non ho mai taciuto ciò che mi stava succedendo, né tantomeno nascosto la tristezza e malinconia che aleggiavano nei miei occhi e nel mio sguardo.
Ho divagato dalla sfera personale a quella privata perché -ahimè- anche in sede di riunione, con la dottoressa e il marito circa la valutazione della loro farmacia, alla frase della titolare «…mia sorella è dentista, ha lo studio qui vicino alla farmacia…» mi sono come “assentato”, inseguendo i ricordi che correvano nella mia testa; loro ovviamente se ne sono accorti e quindi non ho potuto non spiegare il perché (anche mia sorella era dentista…)!
Ma torniamo a noi e al terzo dei 5 miei nuovi metodi per la valutazione di una farmacia:
• metodo della Pianta organica
• metodo del moltiplicatore dell’Ebitda
• metodo del moltiplicatore del fatturato
• metodo misto: patrimoniale e reddituale
• analisi degli “intangibili”.
«Il famoso metodo del moltiplicatore del fatturato» inizio così la rappresentazione della terza metodologia «famoso perché da sempre la farmacia è stata valutata e periziata in base solo ed esclusivamente al fatturato…»
«Non me lo dica» mi interrompe il marito della dottoressa. «Oberti, così siam capaci tutti; due o tre volte il giro d’affari, tempo fa, adesso poco più del fatturato, me lo ha persino detto il mio dentista, che ha un figlio farmacista!»
Riprendo il mio discorso analizzando il metodo: «La fallibilità di questo metodo del moltiplicatore del fatturato, ossia analizzare e periziare una farmacia solamente sulla base dei ricavi annui dell’ultimo esercizio, moltiplicandoli poi per un fattore univoco in tutta Italia, si può riassumere in questi 3 punti di cui uno è da lei già stato brillantemente messo in evidenza:
– chiunque, come il suo dentista, può ipotizzare e supporre, con presunzione e arroganza, il valore di una farmacia. «Va beh, dottore, non c’è da stupirsi» aggiunge il marito. «In Italia quando gioca la nazionale di calcio ci sono 60 milioni di commissari tecnici»;
– la valutazione estemporanea viene fatta spesso neanche sul fatturato e sulla lettura di un bilancio, bensì sui ricavi globali (fatturato netto + rimanenze finali + Iva), ingenerando così confusione e false aspettative;
– se paragonassimo due farmacie con pari ricavi e quindi pari valutazione, non terremmo in considerazione la gestione aziendale di ciascuna, in termini di costi e di margini, e quindi la capacità di generare utili o meno».
«Va beh Oberti, e allora?» mi riprende il marito, curioso di dove il mio ragionamento lo possa far arrivare… «Utilizzare questo metodo, che dicevamo molto ben radicato nella mentalità del farmacista e di un po’ tutti gli operatori del settore è, comunque sia, un esercizio di stile importante e perciò non va abbandonato del tutto, ma applicato con le dovute precisazioni, adeguamenti e precauzioni. Innanzitutto è doveroso capire e interpretare il presente soltanto dopo aver analizzato la storia recente. L’esperienza, infatti, mi ha permesso di raccogliere i valori che si sono avvicendati negli anni:
• Anni ’90 – valutazione di poco superiore al fatturato
• Anni 2000 – si tocca il picco del doppio; poi con i decreti Storace e Bersani vi è un freno. Scampato il pericolo liberalizzazioni, i prezzi tornano a salire.
• Anni 2010 – i prezzi toccano anche il triplo, ma per poco. Il “Cresci Italia” di Monti gela la compravendita con prezzi che tornano a livelli anni 90, ossia intorno al fatturato.
• 2018/2019 – anche e soprattutto per l’approvazione della Legge 124/17 la domanda supera l’offerta e i prezzi tornano a lievitare.
In secondo luogo ho capito che bisogna alzare la testa e guardare che cosa succede negli altri Paesi europei. Per esempio, in Francia la dispersione dei prezzi delle farmacie con “pourcentage du CA HT” (ossia, percentuale del fatturato netto) varia da un minimo di 50% a un massimo di 115%, con i seguenti dati:
• 15% è venduto a valori inferiori al 50%
• il valore medio è 82.50%
• il 60% delle farmacie sono valorizzate tra il 64% e il 90%
• le valutazioni massime sono riservate alle farmacie con fatturato più alto
Infine, bisogna anche analizzare che cosa sta succedendo in Italia, dove la dispersione dei prezzi è simile, anche da noi come in Francia.
Infatti non esiste più un valore univoco per tutte le farmacie; ma la valutazione media è orientata da un minimo del 100% del fatturato (per una farmacia dal basso potenziale, caratterizzata dalla necessità di grandi investimenti) a un massimo di 1.5/1.6 volte il fatturato (per una farmacia dall’alto potenziale, senza necessità di grandi investimenti)».
Avevo preannunciato “tre funerali, un matrimonio e un battesimo” perché fortunatamente, oltre alle brutte notizie, concludo con un bel messaggio allegro e positivo: la nostra Ginevra, giovane collaboratrice della sede di Genova, ha vissuto un periodo molto intenso. Dopo essersi sposata con Nicolò, e aver partorito due gemelline, infine, ha appena battezzato Aurora e Beatrice, le sue due splendide bambine! Chissà se faranno le farmaciste?
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